Il contribuente può accedere alle agevolazioni previste dal “DL Ristori” in favore di coloro che hanno subito perdite economiche a causa del perdurare degli effetti negativi della pandemia, pur avendo già beneficiato del contributo introdotto dal “DL Cura Italia” (Agenzia Entrate – risposta 11 febbraio 2021, n. 104). Il DL Cura Italia ha introdotto le prime misure di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19. In particolare ha previsto una indennità per il mese di marzo 2020, pari a 600 euro ai liberi professionisti titolari di partita IVA attiva alla data del 23 febbraio 2020 e ai lavoratori titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa attivi alla medesima data, iscritti alla Gestione separata, non titolari di pensione e non iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie. Con il successivo DL Ristori il legislatore ha introdotto un ulteriore contributo a fondo perduto sempre allo scopo di compensare i gravi effetti economici e finanziari subìti da determinate categorie di operatori economici in conseguenza della pandemia da COVID-19. Il DL Ristori rappresenta un’ulteriore beneficio di natura monetaria previsto dal legislatore in conseguenza del perdurare della situazione di difficoltà in favore dei soggetti maggiormente colpiti dall’emergenza daCOVID-19, spettante al ricorrere dei nuovi requisiti previsti e non prevede alcun divieto di cumulo. Pertanto, relativamente al caso di specie, il professionista può beneficiare del contributo del DL Ristori pur avendo già beneficiato di quello previsto dal DL Cura Italia.